La persona di nuovo al centro
Il termine Industria 4.0 indica un alto grado di automazione che mette in connessione mondi virtuali e fisici dell'industria al fine di aumentare la produttività e l'efficienza.
Perché l’industria 5.0?
Soprattutto per la necessità di ripensare al ruolo della persona nell’industria moderna. Se la persona nel concetto di industria 4.0 ricopre un ruolo piuttosto passivo, nell’industria 5.0 questa viene rimessa al centro dei processi in una visione antropocentrica.
Questo nuovo modello di industria ruota infatti attorno al concetto di produzione personalizzata e di responsabilità nei processi di produzione, in cui si vuole riportare il “tocco umano” nell’industria manifatturiera e dove sono le macchine ad adattarsi alle caratteristiche degli uomini e non viceversa.
Essa si fonda su principi di umanità, sostenibilità ambientale e benefici sociali. Riconosce all’industria la potenzialità di raggiungere obiettivi sociali, che non si limitano allo sviluppo e all’occupazione, ma che, attraverso l’innovazione tecnologica, mettono in atto produzioni sostenibili, che creano ricchezza rispettando i vincoli del pianeta, favorendo il benessere dei lavoratori e soddisfacendo i loro bisogni formativi di nuove e maggiori competenze.
Quali sono i focus dell’industria 5.0?
Nell'approccio all'Industria 5.0, sono 5 i principali focus per l’analisi e il miglioramento della supply chain, dell'innovazione e trasformazione digitale delle aziende, della connessione uomo-macchina e della produzione intelligente e sostenibile guidata da Big Data, AI e IoT.
In particolare, rispetto all’industria 4.0, questo nuovo modello sposta i propri obiettivi da una pura ottimizzazione dei sistemi manifatturieri produzione sostenibile, uomo-centrica e socialmente favorevole.
L’innovazione e lo sviluppo tecnologico non è più considerato solo attraverso valutazioni tecno-economiche ma socio-centriche, basate sulla sicurezza e la crescita del capitale umano.
Viene introdotto l’utilizzo di maggiori tecnologie abilitanti che facilitano e snelliscono l’interazione persona-macchina, supportano l’operatività e la crescita delle competenze degli operatori.
Ci si sposta quindi da sistemi puramente economici a “sistemi sostenibilmente integrati” in cui l’analisi e l’utilizzo dei dati avviene in una visione più sostenibile, sociale e umana.
Quali sono i cambiamenti in ambito operativo?
Innanzitutto l’ambiente di lavoro condiviso da persone e robot, o meglio cobot. I robot collaborativi “sentono” l'operatore umano, ne comprendono gli obiettivi e le mansioni che vengono svolte e interagiscono con lui nell’esecuzione del compito. In particolare, i cobot si incaricano delle operazioni monotone 3D: dangerous, dirty, dull, riducendo così anche i rischi per la salute del personale.
In questo perimetro di collaborazione si assiste ad un maggior uso di intelligenza artificiale e realtà aumentata che, se da una parte facilitano il lavoro dell’operatore umano, dall’altra possono esporlo a maggiori rischi in termini di sicurezza dei dati e di privacy.
I dati rimangono infatti un tema centrale anche nell’industria 5.0 e purtroppo un argomento non ancora sufficientemente sviluppato, ma determinante nel percorso verso un’industria basata sull’integrazione e la collaborazione grazie a tecnologie di AI, IoT e Big Data.