Siamo davvero arrivati al traguardo?
È una domanda provocatoria, ma necessaria. Negli ultimi decenni, la presenza femminile nel mondo del lavoro, nella scienza, nella politica e in tanti altri ambiti è cresciuta in modo considerevole, portando risultati straordinari. Ogni giorno, sempre più donne infrangono barriere, conquistano posizioni di leadership e ottengono riconoscimenti internazionali. A uno sguardo distratto, potrebbe sembrare che la parità di genere sia ormai a portata di mano.
Eppure, se ci fermiamo a osservare con più attenzione, ci accorgiamo che la strada non è ancora finita. Esistono ancora disparità salariali, stereotipi ben radicati e forme di discriminazione che frenano il pieno potenziale delle donne. Anche in quei paesi in cui le leggi sono più avanzate, la cultura e le abitudini sociali non sempre hanno seguito lo stesso ritmo di cambiamento.
Dire che la festa della donna non serve più significherebbe ignorare i problemi non risolti e le ingiustizie che molte donne continuano a vivere, spesso in silenzio. Invece, l’8 marzo deve restare un momento di riflessione collettiva, non solo per celebrare ciò che è stato ottenuto, ma anche per ricordare tutto ciò che resta ancora da fare. Il traguardo finale sarà un giorno in cui non ci sarà più bisogno di una data speciale per promuovere il rispetto, l’uguaglianza e la libera espressione del potenziale femminile.
Nel frattempo, buon 8 marzo a tutte le donne che, ogni giorno, contribuiscono a costruire un futuro più equo.